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AI e tagli al personale: i leader aziendali si preparano, i lavoratori sperano

Author: auto.pub | Published on: 10.07.2025

Un numero crescente di amministratori delegati ammette ormai apertamente ciò che molti lavoratori temevano: l’ascesa dell’intelligenza artificiale potrebbe tradursi in licenziamenti di massa. Il CEO di Ford, Jim Farley, suggerisce che fino alla metà dei lavoratori statunitensi potrebbe perdere il posto. Dario Amodei di Anthropic prevede una sostituzione su larga scala dei ruoli d’ufficio, con livelli di disoccupazione che potrebbero arrivare al 20 percento.

Alcune aziende non attendono di scoprirlo. IBM ha già rimpiazzato centinaia di posizioni nelle risorse umane con sistemi AI. Microsoft collega i suoi recenti tagli al personale all’automazione interna tramite intelligenza artificiale. In realtà come Shopify e JPMorgan, i nuovi assunti devono svolgere mansioni che non possano essere facilmente affidate a un algoritmo. In Amazon i robot si muovono tra gli scaffali dei magazzini con crescente autonomia e la dirigenza si prepara a ridurre il personale.

Non tutte le voci nel settore tech però lanciano l’allarme. Jensen Huang di Nvidia e Brad Lightcap di OpenAI sostengono che l’AI non provocherà disoccupazione su larga scala, ma aumenterà la produttività umana. Alcune aziende come IBM compensano i tagli assumendo in settori come IT e vendite. Altre ancora accorpano ruoli, trasformando i product manager in sviluppatori part-time.

Il futuro del mercato del lavoro resta incerto. Le aziende automatizzano i compiti in silenzio, mentre pubblicamente esaltano "efficienza" e "nuove opportunità". È certo però che le strategie sul personale stanno cambiando. Per i lavoratori, la pressione cresce: devono dimostrare di valere più di un algoritmo.