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De Tomaso P72

De Tomaso P72: L’Hypercar che Fa Sembrare le Ferrari delle Station Wagon

Author: auto.pub | Published on: 15.05.2025

In un mondo soffocato da algoritmi e conformismo da galleria del vento, la De Tomaso P72 è un urlo scolpito che arriva dal passato—e un sussurro seducente da un futuro parallelo. Italiana nell’anima ma rinata sotto la guida di imprenditori di Hong Kong, De Tomaso ha finalmente dato vita concreta al suo sogno febbrile: un’opera d’arte su ruote fatta di carbonio, cromo e combustione allo stato puro.
La P72 non nasce per impressionare con i numeri; è fatta per chi crede che una supercar debba essere arte, non una tabella di dati ingegneristici. Il monoscocca in carbonio è un capolavoro senza giunture e senza viti—una struttura unica che abbraccia un V8 sovralimentato da 700 cavalli e 820 Nm di coppia. Il cambio? Solo manuale. Trazione posteriore, ovviamente. Perché che gusto c’è in un brivido se viene domato dall’elettronica?
Sotto la pelle, la P72 prende in prestito l’anima delle vetture da corsa GT4: doppi bracci oscillanti, sospensioni push-rod, ammortizzatori completamente regolabili. Tutto grida purezza analogica e selvaggia. Questa è una vettura pensata per farti ridere come un pazzo in terza marcia, non solo per stabilire record sul giro da mostrare su YouTube.
L’abitacolo è un sogno steampunk. Strumentazione in alluminio lavorata a mano. La leva del cambio scoperta che scatta come un fucile di precisione. Nessun display. Nessuna distrazione. La navigazione è affidata al tuo telefono—e al tuo istinto. Più che degli interni, è una capsula del tempo con i pedali.
La produzione è limitata a soli 72 esemplari, ognuno con un prezzo di partenza di 1,6 milioni di dollari. Non compri solo un’auto—acquisti l’ingresso in un club dove persino i dirigenti Bugatti busserebbero con discrezione, chiedendosi se sono vestiti a dovere per entrare.
La P72 non è pratica. Non è efficiente. Non è razionale. Ed è proprio per questo che conta davvero.