
Porsche frena sull’elettrificazione totale: il nuovo SUV di punta debutterà con motori termici
Porsche ha appena concluso una profonda revisione strategica e il verdetto è chiaro. I motori a combustione interna continueranno a occupare un ruolo centrale nella gamma, mentre diversi progetti elettrici precedentemente annunciati vengono rinviati. Il cambiamento più significativo riguarda il futuro SUV di punta, nome in codice K1, che era stato concepito come vetrina esclusivamente elettrica.
La direzione ha ora deciso che il modello sarà lanciato con versioni a benzina e ibride plug-in, mentre la variante completamente elettrica è stata rimandata a data da destinarsi. La motivazione è evidente: la domanda di veicoli elettrici di lusso si è raffreddata, soprattutto negli Stati Uniti e in Cina, i due mercati chiave per il successo del K1.
In origine, il K1 doveva essere costruito sulla nuova piattaforma SSP Sport di Porsche, sviluppata parallelamente alla prossima generazione della Taycan. Doveva rappresentare il veicolo più ambizioso, tecnologicamente avanzato e costoso del marchio. Tuttavia, la realtà ha imposto un cambio di rotta e l’azienda sta ora adeguando i piani alle dinamiche di mercato, lasciando da parte ogni eccesso di audacia tecnologica.
Guardando al futuro, Porsche rallenta anche il lancio delle prossime piattaforme elettriche previste per gli anni 2030. Nel frattempo, continuerà a investire nei modelli elettrici attuali come Taycan e Macan Electric, proseguendo lo sviluppo della Cayenne Electric e di una nuova sportiva elettrica a doppio motore destinata a raccogliere l’eredità della 718.
Non meno importante, sia Panamera che Cayenne resteranno disponibili con motori a combustione ben oltre il prossimo decennio, non come soluzioni transitorie ma come nuove generazioni a tutti gli effetti.
L’amministratore delegato Oliver Blume ha sottolineato che questa revisione è fondamentale per mantenere la resilienza e l’adattabilità del business Porsche. Le conseguenze finanziarie, però, sono inevitabili. Per il 2025 l’azienda prevede una contrazione dei profitti, aggravata dai nuovi dazi statunitensi e dalla domanda in calo in Cina. Le previsioni di fatturato restano stabili tra 37 e 38 miliardi di euro, ma i margini operativi sono stati ridotti dal 5–7 percento previsto a solo il 2 percento.