
La Cina punta i riflettori sulle maniglie a scomparsa: sicurezza prima dello stile
La bozza prevede che ogni maniglia esterna debba offrire un’area di presa permanente per le dita di almeno 60 per 20 per 25 millimetri. In pratica, questo esclude i modelli che restano completamente incassati fino all’azionamento tramite meccanismo elettrico. Inoltre, ogni portiera—ad eccezione del portellone—dovrà poter essere aperta meccanicamente dall’esterno e dovrà sempre essere disponibile un sistema di sblocco manuale dall’interno, senza bisogno di attrezzi.
Un altro requisito fondamentale riguarda i guasti elettronici: le maniglie dovranno restare funzionanti anche in caso di disattivazione dell’impianto elettrico o della batteria, sia per incendio che per altri danni. In sostanza, la portiera deve poter essere aperta anche quando tutte le soluzioni tecnologiche smettono di funzionare.
I funzionari sottolineano che la bozza è frutto di test approfonditi su decine di veicoli, con il contributo di costruttori, fornitori e centri di prova sia cinesi che stranieri. Da tempo i regolatori avvertono che le maniglie a scomparsa tendono a bloccarsi, ghiacciarsi o diventare inutilizzabili in caso di mancanza di corrente, mentre i vantaggi aerodinamici sono minimi.
Se approvata, la misura rappresenterebbe il primo vero intervento normativo contro una tendenza adottata con entusiasmo dai marchi di lusso. E l’impatto non resterà probabilmente confinato alla Cina: nel settore automobilistico attuale, standard di sicurezza di questo tipo si diffondono rapidamente sui mercati globali, influenzando le priorità progettuali ben oltre i confini nazionali.